La forza del gruppo

Sono ormai due anni che sto lavorando con il gruppo in terapia: un’esperienza meravigliosa da un punto di vista professionale ma soprattutto da un punto di vista umano.
Il gruppo in generale è un luogo di crescita e di confronto tra i partecipanti; un contesto di sperimentazione nel qui ed ora di dinamiche ed esperienze relazionali; uno spazio in cui conoscere a fondo se stessi nell’incontro con l’altro.
Il gruppo è potente perché l’energia di tutti contribuisce alla forza del singolo e ancor di più perché è presente una spinta condivisa di mettersi in gioco e sostenersi in questo difficile percorso che è il cambiamento.
Inoltre, ancor più affascinate, i progressi della persona vengono valorizzati e riconosciuti positivamente da tutti i partecipanti, come se il passo di uno fosse il passo di tutti.
Non è semplice comprendere l’importanza e la portata di tale meccanismo, forse perché solo nel momento in cui lo si vive direttamente si inizia a comprenderne appieno la meravigliosa avventura.
Carlo Moiso sostiene che ogni situazione relazionale sia influenzata da tre pulsioni esistenziali di base: la pulsione ad individuarsi, la pulsione ad appartenere e la pulsione ad evolvere. Il gruppo aiuta la persona che sta intraprendendo un percorso di psicoterapia, a perseguire queste pulsioni vitali, proprio perché lascia spazio all’individuo di essere se stesso e di portare la propria autenticità; ha una funzione di accoglienza e sostegno al senso di appartenenza e identità del gruppo che solidifica l’importanza dell’esserci nella relazione con l’altro; il gruppo non blocca la persona ma al contrario la spinge ad evolversi e fare i propri passi in autonomia.
Il gruppo di terapia si costituisce all’interno di un luogo protetto, in cui poter sperimentare la propria autenticità scoprendo di non essere giudicati, ma anzi incoraggiati ad esprimere le proprie emozioni e i propri pensieri.
Mi è capitato spesso di trovare una forte resistenza al mio invito di entrare a far parte del gruppo di terapia con persone che seguo in individuale: spesso emerge la paura del giudizio, oppure il senso di inadeguatezza, o ancora il timore di non poter più avere uno spazio tutto per se’.
In un contesto storico sociale come quello odierno è necessario ritrovare la forza del gruppo in senso positivo: non la massa che appiattisce e omologa il pensiero individuale, ma il gruppo che genera relazione, che non conosce il valore e il pensiero personale, che evolve nella direzione dell’autonomia del singolo.
È sorprendente poi rivedere quelle persone che nel contesto individuale erano bloccate, sbocciare in maniera “miracolosa” all’interno della terapia di gruppo, facendo significativi passi in avanti, testimoniando a se stessi e agli altri partecipanti la potenza del “camminare” sullo stesso sentiero fianco a fianco.
L’esempio dell’evoluzione altrui e la gioia ricavata da questo passaggio, spinge chi è ancora “fermo” a fare un passo in avanti, alla ricerca della medesima felicità e soddisfazione.
Il gruppo di terapia è una grande risorsa sia per chi lo conduce che per chi ne partecipa. Dopo ogni ogni incontro di gruppo sento di poter portare a casa una grande ricchezza umana e professionale, di poter essere anche io partecipe di quella energia vitale e propositiva che potrebbe accompagnare la nostra quotidianità.
Insieme, in cooperazione, si possono fare molti passi in avanti per evolvere e diventare autonomi, nella consapevolezza che la relazione con l’altro è le sue differenze sono una ricchezza da cui attingere e non un ostacolo da cui fuggire.

2019-02-03T11:11:35+00:00 3 Febbraio 2019|Categories: Psicologia Monza|